lunedì 12 agosto 2013

INCIpit

Una persona qualunque si ritrova, un giorno, per qualche motivo o coincidenza del destino, ad avere il bisogno di acquistare un cosmetico. Capita a tutti.
E capita a tutti di ritrovarsi davanti a quei reparti che espongono almeno (ALMENO) una dozzina di marche e varietà per lo stesso prodotto; il malcapitato, con un'enorme punto interrogativo che si materializza ed aleggia a mo' di aureola sulla testa, pesca quello più a buon mercato, o quello più famoso, o prima di pescare quello pesca tra i ricordi quello che la nonna, moglie, amica, ecc definiva come il migliore...
Poi ri-pesca quello a buon mercato perché il migliore costa troppo.

Ho detto troppe volte "pesca"? Dico un'altra volta "pesca"?

Perché succede questo? Perché nessuno ci educa su cosa sia quella mistica ed arcana dicitura sul retro dell'etichetta, stampata a caratteri cubitali: INCI, seguita da parole miste tecnico-chimico-latino.
Si, quello, lo leggiamo distrattamente con fare da grande intellettuale e intenditore senza capirci un'emerita [censura]
Ormai sapranno tutti a grandi linee che cos'è (ma non si sa cosa c'è!): è l'acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. Dal '97 è d'obbligo nei prodotti e riporta gli ingredienti del cosmetico in ordine, dalla sostanza presente in percentuale maggiore in giù. Regola valida fino alle sostanze presenti all'1%. Queste vengono scritte in ordine sparso, quindi state attentini a non beccarvi delle fregature colossali, specie perché il giochino è reso ancor più bello perché le percentuali non sono riportate.
Gli ingredienti poi hanno nomi chimici e/o latini e/o inglesi e/o sigle numeriche.
Posso dirvi che grossomodo un cosmetico è costituito da una "base", l'acqua, l'olio, entrambe, che contengono, sciolgono e veicolano le sostanze "attive", quelle che svolgono l'effetto decantato nell'etichetta.
Il tutto è reso più o meno uniforme, denso, liquido, spalmabile, piacevole, appiccicoso da agenti emulsionanti, gelificanti, viscosizzanti. E dato che una preparazione del genere così com'è sarebbe attaccata dai batteri o andrebbe rancida in poco tempo, ci sono agenti conservanti. E ancora, dato che viviamo in un mondo dove anche l'apparenza conta, ci sono coloranti e profumini che rendono tutto più poetico.
STOP.
Perciò vorrei farvi capire che arrivare a comprendere un INCI è facile; all'inizio c'è bisogno di prenderci la mano, ma dopo un po' di tempo diventa divertente e appagante, perfino sorprendente: non potete immaginare quante bufale ci sono in giro, quanti prodotti fuffa e quante finte "pietre filosofali". Le passerò in rassegna a parte perché meriterebbero un trattato!

Cosa fa la differenza tra prodotti buoni e cattivi? Com'è intuibile, la disposizione degli ingredienti in INCI è importantissima; gli attivi devono stare in alto, altrimenti si rischia l'omeopatia (seguirà un post su questa...diciamo....."disciplina"....). Ma l'inghippo sta anche nel tipo di ingredienti, ed è qui che bisogna diventare furbi! Ce ne sono di naturali e sintetici, hanno pregi e difetti entrambi, ma usati male (specie i sintetici!) sono del tutto inutili o svolgono solo un fugace effetto ottico senza risolvere il problema per il quale, appunto, comprate il cosmetico.
Se avete la pazienza di seguire il percorso che pure io sto seguendo impareremo insieme tante cose.

Parola riassuntiva del post: OCIO!

2 commenti:

  1. Ottimo, ottimo. Che io compro tutto minerale completamente a caso. Sarebbe proprio utile, infatti potrei finalmente capire come mai dopo aver provato un rossetto delle Kiko su una mano mi ci è venuto un fungo che ho curato solo col cortisone... mhm...

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  2. Io provai un deodorante "7 giorni" con dentro non-ricordo-cosa (ai tempi della beata ignoranza) che mi fece gonfiare un linfonodo e mi fece pigliare un colpo!
    7 giorni come la cassetta di Samara oh!

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